Analogie e differenze e tra i due generi principali di touchscreen implementati sui dispositivi portatili: il touchscreen capacitivo ed il touchscreen resistivo.
Il touchscreen è un dispositivo hardware capace di permettere al suo utilizzatore di interagire con il cellulare (o il computer) semplicemente toccando lo schermo. Ma, oltre la componente hardware, tutti i touchscreen sono dotati di un controller che registra i “tocchi” che, successivamente, verranno elaborati dal processore tramite un software che permette al sistema operativo di interpretare il comando.
Touchscreen resistivo
Gli schermi di tipo resistivo si basano su una tecnologia che risale a più di dieci anni fa e, quindi, di gran lunga più vecchia rispetto a quella dei display capacitivi. I “display resistivi” basano il loro funzionamento sulla resistenza elettrica, che sfrutta le pressioni sullo schermo quando avviene il contatto tra due strati conduttori elettricità. A questo punto, le coordinate del contatto vengono tracciate dal dispositivo che comunica i dati al proprio sistema operativo. Questo tipo di touchscreen è più economico, più utilizzato ma anche più longevo rispetto allo schermo capacitivo.
Caratteristiche dei touchscreen resistivi ( prima generazione nokia 5800)
- Fattori ambientali: non sono disponibili cifre ufficiali esatta, ma alcune prove suggeriscono che questo tipo di touchscreen può lavorare tra i -15°C e i +45°C circa e con qualsiasi percentuale di umidità.
- Visibilità in ambienti chiusi: molto buona.
- Visibilità all’aperto: scarsa (riflette eccessivamente la luce esterna).
- Precisione: molto alta; questa precisione risulta utile nel riconoscimento della grafia e per le interfacce con elementi di controllo molto piccoli.
- Sensibilità del tocco: è necessaria una leggera pressione per interagire con lo schermo ed è possibile l’utilizzo delle dita, le unghie, i pennini ecc.
- Costo: abbastanza contanuto; risulta relativamente economico da installare in uno smartphone.
- Possibilità di Multitouch: assente.
- Robustezza: il funzionamento di questo tipo di schermi necessita della presenza di uno strato superiore soffice ed abbastanza morbido da essere premuto verso il basso; tutto questo rende vulnerabile lo schermo a piccoli danni e graffi. Gli schermi resistivi, inoltre, necessitano di maggiore cura e manutenzione. Allo stesso tempo, però, la presenza di uno strato resistivo sopra lo schermo in plastica rende il dispositivo resistente e quasi del tutto immune a danni provocati da cadute.
- Igiene: dopo aver utilizzato pennini o unghie la probabilità di riempire il display di impronte digitali, di sporco o di germi è minore rispetto allo schermo resistivo.
Touchscreen capacitivo ( es.iphone)
I “display capacitivi” generano un flusso di elettroni che attraversa tutta la superficie dello schermo. Se lo schermo viene toccato con le dita, il flusso di elettroni presente su di esso si distorce ed il dispositivo, tramite alcuni sensori, rileva la distorsione assegnanndo ad ogni tocco le proprie coordinate. E’ per questo motivo che sugli schermi capacitivi attualmente non è possibile utilizzare oggetti inanimati (almeno per ora, ma già si parla di futuri schermi capacitivi in grado di reagire anche al contatto con oggetti non animati) tipo i classici pennini del palmari.
Questo tipo di touchscreen ha una maggiore nitidezza ed una migliore qualità delle immagini rispetto allo schermo resistivo.
Caratteristiche dei touchscreen capacitivi
- Fattori ambientali: la temperatura di operatività tipica è compresa tra 0 °C e 35 °C e, per far lavorare l’effetto capacitivo, richiede almeno il 5% di umidità.
- Visibilità in ambienti chiusi: molto buona.
- Visibilità all’aperto: molto buona.
- Precisione: in teoria, gli schermi capacitivi possiedono una precisione di pochi pixel, ma questa precisione viene limitata dalla grandezza delle dita, tutto questo ovviamente rende difficile selezionare gli ogetti troppi piccoli presenti sullo schermo.
- Sensibilità del tocco: alta; infatti basta il minimo contatto di un dito (carico di elettroni) con lo schermo di vetro per far si che il sistema di rilevamento si attivari. E’ praticamente inutilizzabile con oggetti inanimati (pennini, unghie, guanti ecc.). Il riconoscimento della grafia risulta molto macchinoso.
- Costo: circa il 15% più costoso rispetto al display resistivo.
- Possibilità di Multitouch: presente ma, ovviamente, necessita dell’implementazione e del software adatto.
- Robustezza: il vetro viene utilizzato come protezione esterna, contro graffi ed ammaccature; allo stesso tempo però, questo materiale, ovviamente, non è invulnerabile ed in caso di impatto, rischia di rompersi.
- Igiene: sono inevitabili le ditate sullo schermo, visto che il tocco delle dita è essenziale per poter interagire; ma, allo stesso tempo, il vetro è un materiale facile e rapido da pulire.
Conclusioni
Come capita nella maggior parte dei confronti tecnologici, anche questo confronto può tranquillamente essere vinto da entrambi i tipi di schermi, in quanto tutti e due hanno carattestiche migliori uno dell’altro: gli schermi resistivi hanno come vantaggi il poter utilizzare un pennino, i bassi costi di produzione, la possibilità di essere impiegati in dispositivi robusti ed il fatto che riescono a gestire condizioni climatiche più estreme; mentre gli schermi capacitivi hanno come vantaggi la possibilità del multitouch, la robustezza, la migliore visibilità all’esterno ed anche il “fascino vero e proprio” di questo tipo di schermo.
Nei prossimi anni dobbiamo aspettarci, sicuramente, l’uscita di nuovi terminali con schermi sia capacitivi che resistivi; saranno le esigenze di ogni singolo utente a influenzare la scelta del tipo di schermo.
Qual’è la tua opinione a riguardo? Quale schermo preferisci tra capacitivo e resistivo?